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CONF.A.I.L.
Confederazione Autonoma
Italiana del Lavoro

Notizie Aggiornamenti e Novità


Notizia 30/3/2022

La CONF.A.I.L. - FAISA comunicato sciopero del 28 aprile.


La O.S., comunica la propria adesione allla seconda azione di sciopero di 4 ore indetto dalla CONF.A.I.L. - FAISA Nazionale, del giorno 28 aprile 2022, nel rispetto delle fasce orarie di garanzia con le segueni modalità:

in Azienda ANM spa:
- Dalle ore 11.00 alle ore 15.00 personale turnista e di esercizio, personale infopoint, verificatori titoli di viaggio, manutenzioni, ascensoristi, contact center, sosta a raso e in struttura e personale front line;
- Impianti fissi e amministrativi 4 ore fine servizio.

In EAV srl DTF/DTA:
- Dalle 18.00 alle ore 22.00 personale turnista e di esercizio, personale verificatori e titoli di viaggio, contact center, manutenzioni e personale front line;
-Impianti fissi e amministrativi 4 ore a fine servizio.

In AIR Campania, CPL, CTP spa, Trotta Bus Benevento, Bus Italia Salerno, ATC Capri:
- Dalle 18.00 alle ore 22.00 personale turnista e di esercizio, personale verificatori e titoli di viaggio, contact center, manutenzioni e personale front line;
-Impianti fissi e amministrativi 4 ore a fine servizio.

Il Segretario Regionale
Domenico DE SENA






Notizia 21/3/2022

Pensione anticipata lavori usuranti domande entro il 1° maggio


Come richiedere la pensione anticipata per lavori usuranti per chi matura i requisiti nel 2023.
Ecco a chi spetta e come richiederla entro il 1° maggio 2022.

https://www.ticonsiglio.com/pensione-anticipata-lavori-usuranti/







Notizia 16/3/2022

La CONF.A.I.L. è un Sindacato Indipendente che ripudia tutte le guerre.




Nei crimini di guerra nessuna responsabilità individuale consente di attenuare quella altrui e, affinché la pena sia un valido e concreto deterrente, tutti i colpevoli, nessuno escluso, devono essere individuati, giudicati nonché condannati duramente, per ogni singolo fatto che abbia contribuito a generare il crimine.

Il grande sforzo dei mass media asserviti al potere della NATO che a gran voce vorrebbero farci credere che l’unica responsabilità di quanto sta accadendo al popolo ucraino possa essere addebitata ad un solo soggetto mi offende. Così come la raccontano, un bel giorno, un dittatore chiamato Vladimir Putin, per fini espansionistici, all’improvviso e ingiustificatamente ha cominciato a bombardare case, ospedali e scuole facendo strage di civili in Ucraina.

Ebbene cari signori non è andata proprio così, dietro questa escalation non c’è solo un responsabile ma tutta la Russia e solo conoscendo bene la strada che ci ha portato fino a qui possiamo tentare di tornare indietro prima del disastro totale.

E allora cominciamo dall’inizio a ripercorrere questa brutta strada dove è di tutta evidenza che la politica più becera e sporca ha avuto un ruolo fondamentale nel tracciare il cammino.

Secondo me, questa storia nasce quando qualcuno, furbescamente, ha pensato di conquistare l’Ucraina come già era stato fatto con Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Ungheria.

Il sistema applicato è quasi sempre identico ed è anche un po' sputtanato rimane in uso, ed anche se, qualche volta non funziona, come ad esempio in: Venezuela, Vietnam, Afganistan ecc..

Prima fase – la destabilizzazione:
•   poiché la debolezza dell’animo umano non manca in nessuna nazione, attraverso l’intelligence si indaga sul soggetto che si vuole eliminare dallo scenario non risparmiando familiari, parenti o amici;
•   non importa che le informazioni siano veritiere, è sufficiente che queste siano grandi e credibili quanto basta, le migliori, ovviamente, sono quelle soggette a rilevanza penale;
•   le informazioni diventano notizie rendendole pubbliche di volta in volta a seconda delle occasioni;
•   solitamente si spendono con maggiore soddisfazione durante la campagna elettorale, in quanto, la resa risulta migliore, in questo caso, infatti, un unica notizia può screditare contemporaneamente più persone se non tutto un partito.
Ed ecco creato nel paese che si vuole destabilizzare il giusto clima di incertezza e di sfiducia.

Seconda fase – la scelta del sostituto preposto:
•   Il sostituto preposto normalmente è un pesce in barile del mestiere presente sulla scena;
•   lui è già stato fidelizzato attraverso finanziamenti in parte occulti;
•  non è necessario che sia di bella presenza, l’importante è che sappia parlare convincentemente quando promette tutto a tutti.

Terza fase (opzionale):
•    nel caso le prime due fasi si rivelassero insufficienti e non determinanti, in nome della libertà e della democrazia, si organizza un colpetto di stato;
•    qui occorre, però, un accordo internazionale più ampio, come ad esempio, quello dei componenti dei paesi della NATO, i quali, preavvisati, riconoscono immediatamente il nuovo governo del pesce in barile che ha liberato il popolo dalla dittatura;
•    (esiste un’altra opzione con lo spread/btp/bund ma questa è riservata solo ai popoli amici).



Qui il gioco è bello e concluso, in fondo, sono tutti contenti o no? Che importanza può avere se il Governo Ucraino destituito era legittimamente eletto? In fondo gli è andata fin troppo bene, in IRAQ hanno persino creduto che Saddam avesse le armi atomiche.

Bene, abbiamo fatto il primo pezzo di strada che ci porta al 2014.

A questo punto, però, i geni che hanno contribuito a rendere possibile l’evento, si accorgono che i russi, che già si sentono derubati dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania, non sono proprio contenti, anzi, sono piuttosto incazzati, in quanto, considerano l’Ucraina uno stato indipendente storicamente facente parte della Federazione Russa.

Per rendere meglio l’idea, diciamo che i russi si sono incazzati come gli americani si incazzerebbero nel caso in cui, qualcuno che si fosse già preso la California, il Nuovo Messico e l’Arizona, organizzasse un colpo di stato in Texas mettendo al potere un filorusso DOC.

Detto ciò, qualcuno si può meravigliare se il peso dell’animo nazionalista russo è divampato all’interno della Duma chiedendo sempre più pressantemente di intervenire?

A fomentare gli interventisti russi ci si mettono anche gli ucraini della regione del Donbass che non credono affatto di essere stati liberati in nome e per conto della democrazia e della libertà.

Di riflesso, all’interno della regione del Donbass nascono spontaneamente  2 repubbliche Il Donetsk e la Luhansk situate proprio al confine tra Ucraina e Russia.

La proclamazione delle 2 Repubbliche  suscita l’ira del neo governo ucraino che immediatamente occupa militarmente le repubbliche Donetsk e Luhansk causando una guerra mai cessata che ad oggi conta 14.000 vittime considerate fratelli dai russi.

Se riuscite a comprendere perché  non siete mai stati sufficientemente informati di questo, avete fatto il secondo pezzo di strada.

Se non vi è chiaro, vi do un aiutino.
Gli ucraini o chi per loro, dal 2014 in Donetsk e Luhansk, combinano esattamente quello che i russi stanno facendo ora in Ucraina con l’unica differenza che, in questo caso, NOI abbiamo fatto finta di nulla.

Già da allora i russi avrebbero potuto invadere l’Ucraina, in quanto, militarmente superiori ma, ancora una volta, invece di reagire vanno a Minsk, si siedono al tavolo della pace e negoziano con gli ucraini un trattato per il cessate il fuoco nelle repubbliche del Donbass.

Questo trattato proprio non funziona, la popolazione del  Donetsk e del Lugansk, nonostante tutto, non vuole farsi massacrare dagli ucraini senza ribellarsi e quando i russi accusano l’Ucraina  di non aver rispettato il cessate il fuoco, gli ucraini dichiarano che non sono stati direttamente loro a compiere i massacri della popolazione civile, ma le responsabilità sono di alcune fazioni di destra che loro non riconoscono anche se ucraine. A questo punto, però, i russi cominciano a rifornire la popolazione del Donbass, in modo che questa si possa difendere, ovviamente, per questo motivo, partono dagli Stati Uniti e dall’UE le prime sanzioni contro i russi, in quanto, questi,  guerrafondai.

Facciamo un altro pezzettino di strada e arriviamo nel 2015 quando i russi, sempre a Minsk si risiedono e aprono un altro tavolo di pace. (Poiché le tracce di questo secondo trattato nei motori di ricerca sono sepolte, per vostra comodità, nel caso vi voleste  documentare,  il trattato si chiama “Minsk II”).

Presenti a garanzia del nuovo trattato furono gli allora capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania.

Pur essendo pieno di buoni propositi e sottoscritto da tutti, l’accordo non fu mai rispettato dagli ucraini in quanto considerato da Kiev troppo favorevole alla Russia.

Taglio il pezzo di strada dal 2015 al 2018 tanto è tutto ripetitivo e continuativo compreso il genocidio in Donbass. Tranne alcune cannonate tra la Marina Russa e la Marina Ucraina,  non succede nulla, salvo le opportune interferenze degli Stati Uniti, a cui, non importa che l’Ucraina è al secondo posto in Europa per le riserve di gas, che possiede il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% della grafite, che è l’ottava riserva al mondo di manganese, la nona di uranio e che gli ingenti giacimenti di ossido di litio si stimano in 500.000 tonnellate, ma, ovviamente,  agli americani sta a cuore solo la libertà del popolo ucraino e, per questo sano principio, sono disposti a rischiare, a casa degli altri, la terza guerra mondiale.

Nell’ottobre 2018 gli Stati Uniti scoprono che l’amore per il popolo ucraino è diventato viscerale, rispolverano il maccartismo e per rasserenare gli animi, a meno di 100 km dal confine russo organizzano la più grande esercitazione militare dalla fine della Guerra Fredda.

Nell’operazione Trident Juncture sono stati schierati in assetto di guerra 50.000 militari provenienti da 31 diverse nazioni (29 membri della Nato più Svezia e Finlandia), 150 aerei, 70 navi e oltre 10.000 veicoli terrestri.

Ora i russi cominciano ad ammassare sempre più truppe al confine dell’Ucraina ma si fermano ancora una volta. Nel 2022 gli americani  rassicurano il Presidente dell’amato popolo ucraino e lo convincono che l’unica soluzione per non essere invasi dai russi è entrare nella NATO e nell’UE.

I russi comunicano agli ucraini che se non vogliono essere invasi devono rimanere  INDIPENDENTI e NEUTRALI, inoltre, chiedono ELEZIONI LIBERE per le Repubbliche del Donetsk e del Lugansk.

Qui il Presidente Americano Joe Biden si indigna, vara un’altra volta pesantissime sanzioni ai russi e promette importanti aiuti militari e economici agli ucraini che, fomentati, rispondono con una bella sonora pernacchia ai russi.

Siamo arrivati alla fine della strada dove da adesso in poi possiamo trovare solo bombe e morti.

Ma perché il governo ucraino nella persona del suo Presidente Zelens'kyj ha risposto così, perché Zelens'kyj non ha avuto paura di un nemico 100 volte più forte, perché non ha calcolato le atroci sofferenze che la sua risposta sta facendo patire al popolo ucraino e perché continua a chiedere la no fly zone pur sapendo che questo porterebbe alla terza guerra mondiale?

Accettare di essere indipendenti e neutrali non è come essere liberi o per essere liberi bisogna schierarsi con qualcuno? Da chi è stato fomentato?

Forse semplicemente pensava di farla franca anche questa volta e che sarebbe rimasto impunito come nei 9 anni di bombardamento del Donbass?



Non dovete credere a questa verità ma non dovete credere neanche a quella che vi raccontano in televisione, mettete le due verità insieme e che la mano di Dio possa indicarvi la strada del ritorno alla pace.

In tutte le guerre passate la verità che ci hanno raccontato è servita solo a nascondere le altre brutte responsabilità.

Oggi viviamo nell’era delle fake news e dei trasformismi ideologici che una volta venivano chiamati “propaganda” ma nulla da allora è cambiato se non in peggio.

Mi raccomando, se avete capito il messaggio, la prossima volta che scendete in piazza, non portate i colori della bandiera Ucraina ne tantomeno quelli della bandiera Russa, portate solo la BANDIERA della PACE, solo così aiuterete la pace e la libertà di tutti i popoli.

 Maurizio DI BLAS






 














Notizia 14/3/2022

CONF.A.I.L. - F.A.I.S.A.proclamazione II^ azione di sciopero nazionale di 4 ore dei lavoratori dipendenti delle aziende di T.P.L.


CONF.A.I.L. - F.A.I.S.A. proclamazione II^ azione di sciopero nazionale di 4 ore dei lavoratori dipendenti delle aziende di T.P.L. (CCNL Autoferrotranvieri e Internavigatori) ai sensi e nel rispetto della legge 146/90 e sue successive modificazioni (83/2000 e disciplina di settore).

La CONF.A.I.L. - F.A.I.S.A. avendo esperito procedura di raffreddamento negativamente con il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e con il MIT in data 04 febbraio 2022, ed effettuato una prima azione di sciopero di 4 ore il giorno 25 FEBBRAIO 2022, non avendo riscontrato alcunché in merito, PROCLAMA una seconda azione di sciopero di 4 ore per la giornata del 28 aprile 2022 per tutti i lavoratori delle aziende a cui si applica il CCNL Autoferrotranvieri Internavigatori (mobilità TPL) per rivendicare il rinnovo del C.C.N.L. di categoria scaduto nel 2017.


Lo sciopero si svolgerà, nel pieno rispetto della legge, dei regolamenti e degli accordi, nazionali
e locali in materia. Le strutture territoriali comunicheranno le modalità di adesione a livello locale.








Notizia 11/3/2022

De Sena (Confail Faisa): “Caro carburanti, immediata sospensione di tutte le accise sui carburanti”


“L’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti”, dichiara Domenico De Sena segretario nazionale della CONF.A.I.L. F.A.I.S.A., “sta avendo conseguenze gravissime sulla vita del Paese non solo in riferimento agli aumenti in bolletta di luce e gas, ma anche, e in modo tragicamente capillare, all’aumento del costo della vita legato alle conseguenze della levitazione del prezzo dei carburanti che si ripercuote su tutto ciò che è oggetto di trasporto”.
“Ci ritroviamo oggi ad assistere ad un paradosso – continua De Sena – vediamo aziende che trovano più conveniente rinunciare a produrre, come ad esempio Il fermo del settore della pesca dovuto all’aumentato costo dei carburanti che è diventato un oggettivo ostacolo all’attività produttiva”.
Il caro carburante “sta rischiando di andare a compromettere il diritto alla mobilità non solo individuale, ma anche quello collettivo affidato alle Aziende di Trasporto Pubblico che hanno finora dovuto far fronte al calo di introiti dovuto alla crisi COVID e che si trovano oggi a dover affrontare un aumentato “costo di produzione”, prosegue il segretario nazionale della CONF.A.I.L. F.A.I.S.A.
“E’ giunto il momento di dare un segnale chiaro e inequivocabile – conclude Domenico De Sena – che dia nuova fiducia e spinta a tutte le attività produttive del Paese e, attraverso queste, a tutti gli italiani: vanno profondamente riviste le accise che gravano sui carburanti e contribuiscono a renderne ormai proibitivo il costo. Per questo nelle ultime ore è stata inviata dalla Segreteria Nazionale della CONF.A.I.L. F.A.I.S.A. una richiesta urgente al presidente del Consiglio Mario Draghi in cui si chiede L’IMMEDIATA SOSPENSIONE DI TUTTE LE ACCISE SUI CARBURANTI o, in alternativa, una misura concreta di sostegno per tutti i cittadini e le aziende italiane di pari impatto della detta sospensione delle accise”.








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