Ancora una volta, un'aggressione brutale colpisce il personale dei trasporti pubblici. Ieri, a Genova, un macchinista delle ferrovie è stato vittima di un attacco in pieno servizio.
È l’ultimo di una lunga serie di episodi violenti che, dall’estremo Sud al Nord del Paese, coinvolgono quotidianamente macchinisti, capitreno e conducenti di autobus. Ogni giorno, chi lavora al servizio dei cittadini mette a rischio la propria incolumità, mentre i mezzi che dovrebbero garantire un viaggio sicuro per i passeggeri e il personale rischiano di diventare una trappola letale.
Nel panorama desolante di veicoli incendiati e di aggressioni sempre più frequenti, ci si chiede: fino a quando questa condizione sarà ignorata? Per quanto tempo ancora si attenderà il “fatto grave”, quello definitivo, prima di adottare misure di sicurezza reali e concrete per tutelare chi, ogni giorno, permette il funzionamento della mobilità urbana e interurbana?
In vista del Giubileo, le preoccupazioni aumentano. Con l’arrivo di un numero considerevole di pellegrini e turisti, il rischio di ulteriori incidenti e aggressioni cresce esponenzialmente. È fondamentale che le autorità si preparino adeguatamente per garantire la sicurezza di tutti: non possiamo permettere che il Giubileo diventi un palcoscenico per la violenza e l’insicurezza.
Le parole non bastano più. È necessario un intervento tempestivo e incisivo da parte delle autorità competenti per garantire la sicurezza del personale e dei viaggiatori, attraverso un piano nazionale coordinato che risponda in modo risoluto a questa emergenza. L’inerzia non è più un’opzione: non possiamo permetterci di aspettare che l’ennesima vittima diventi la “sveglia” di una coscienza ormai sopita.