LATINA – “La Failc Confail di Latina comunica la propria soddisfazione e di tutto il suo gruppo dirigente per il grande risultato ottenuto nelle elezioni RSU della storica azienda Haupt Pharma di Borgo San Michele. Essere passati da rappresentare la maggioranza relativa di 3 anni fa fino a diventare la maggioranza assoluta degli eletti per il nuovo mandato interno dei lavoratori dell’azienda con 6 RSU su 11 costituisce un risultato eccezionale.
Tale risultato premia il modo di svolgere la funzione sindacale che distingue la Failc Confali dalle altre sigle, soprattutto la modernità dell’interpretazione del nostro ruolo nei confronti di ogni singolo lavoratore, del suo nucleo familiare, delle esigenze complesse che sono alla base di ogni persona e della sua funzione nella filiera del lavoro e che noi sappiamo accogliere e rappresentare.
E’ la vittoria del metodo e del merito, ovvero di tutto la squadra dei candidati dei componenti del direttivo ma possiamo dire di ogni iscritto e di ogni nostro singolo elettore.
Siamo consci della responsabilità che la cosa comporta ed i nostri sei rappresentati eletti sono pronti ad assumersi con consapevolezza e con il consueto impegno.
Il trend positivo che la Failc Confail sta maturando nel comparto del settore chimico farmaceutico in provincia di Latina come uno dei più rilevanti in Italia, è la netta dimostrazione che la funzione sindacale ha necessità di rinnovamento, di innovazione, di presenza costante .
Ed il nostro sindacato sa intercettare queste nuove esigenze dei lavoratori. Il nostro modello di come svolgere il ruolo sindacale nelle aziende” aggiunge il segretario Nazionale Gianni Chiarato “diventa sempre più di riferimento in tante realtà in tutta Italia con la continua tendenza positiva di crescita per Confail“.
Nella giornata di ieri 10/05/2022 si è tenuto un incontro tra la Segreteria CONFAIL FAISA e i rappresentanti le Associazioni Datoriali delle aziende esercenti Il Trasporto Pubblico sul rinnovo del CCNL di categoria.
Come in altre occasioni, l’incontro non si è potuto concludere in maniera positiva a causa della chiusura, da parte datoriale, verso le nostre richieste.
In serata, apprendiamo della firma di un “Verbale di accordo nazionale di rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri – Internavigatori (mobilità TPL)” da parte delle stesse Associazioni Datoriali in disaccordo con la nostra posizione e le organizzazioni sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, Uiltrasporti, FAISA CISAL, UGL-FNA.
Dalla lettura di questo verbale è chiarissimo il motivo per cui le Associazioni Datoriali non hanno ritenuto di concludere positivamente la trattativa in corso con la CONFAIL FAISA.
A nostro parere, quanto firmato è non solo inadeguato ma addirittura offensivo verso una categoria che, quotidianamente, è costretta a mettere “pezze” per autobus e treni che farebbero bene a restare nelle officine, quotidianamente subisce assalti verbali e fisici da utenti appiedati quando non da veri e propri delinquenti eccetera. Per non parlare della straordinaria dimostrazione di attaccamento al lavoro e alle aziende stesse dimostrata durante i picchi della pandemia COVID.
È inadeguato ed offensivo in aumenti retributivi che hanno un effetto di pura facciata e che sono lontanissimi dal compensare gli anni di vacanza contrattuale e l’attuale tasso di inflazione.
È inadeguato ed offensivo per la mancata ricaduta del pur misero aumento della retribuzione su tutti gli istituti economici che da essa dipendono.
È inadeguato ed offensivo per lo scippo operato a danno dei lavoratori dopo anni di errata retribuzione dei giorni di ferie.
Come ulteriore dimostrazione di ignavia, le OO.SS. firmatarie annunciano un referendum per sentire il parere dei lavoratori.
La CONFAIL FAISA si impegna fin d’ora invitando tutti i lavoratori del TPL a partecipare in massa a questo referendum, quando e se verrà indetto, per dire NO all’approvazione di questo contratto farsa che mira solo all’impoverimento dei lavoratori e a tacitare le coscienze di sigle sindacali che ormai non hanno più niente da dire.
Napoli 11/05/2022
Il Segretario Nazionale
Domenico De Sena
Il I° maggio 2022 vede il panorama lavorativo nel nostro Paese continuare a manifestare, peggiorate, le condizioni degli ultimi anni per i lavoratori dipendenti.
Se nel 2020 e 2021, a causa della pandemia COVID-19, abbiamo visto nascere l’esigenza di ripensare l’organizzazione del lavoro per tante categorie di lavoratori, dettata dalla necessità di ridurre gli spostamenti e gli affollamenti nel Trasporto Pubblico ricorrendo a strumenti come lo smart working, nel 2022 è la necessità di ridurre i consumi energetici a causa della speculazione sui prezzi dell’energia, partita ancora prima della reale carenza potenzialmente derivabile dalle conseguenze dello stato di guerra in Europa, che ci ricorda come i modelli organizzativi del lavoro del passato vadano rinnovati.
Sicuramente va rinnovato il sistema di garanzia della sicurezza sul lavoro, ormai evidentemente inadeguato se non nella normativa, certamente nei controlli e nelle sanzioni se, nei primi tre mesi dell’anno, gli infortuni sul lavoro sono aumentati di oltre il 50% con ben 189 morti, certificando una tendenza già vista negli scorsi anni.
Di fronte a questi numeri è difficile parlare di “incidenti”. Più facilmente, siamo in presenza di un generalizzato fenomeno di mancanza di sicurezza generato da condizioni di lavoro che sono andate via via degenerando, favorite da una mancanza di cultura non solo specifica della sicurezza, ma, più in generale, della mancanza di Cultura derivante dall’impoverimento del sistema di Istruzione cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni. Per non parlare di quella perla di sfruttamento chiamata “alternanza scuola lavoro”, che pure ha avuto le sue vittime.
In un paese dove il caporalato resta diffuso sul tutto il territorio, dove sono fannulloni coloro che non si piegano a lavorare 15 ore al giorno, sette giorni su sette, per poche centinaia di euro al mese, dove resta diffuso il lavoro in nero e le buste paga false, è proprio una sorpresa scoprire che la prima vittima è la sicurezza?
Di sicuro le risorse economiche non vengono utilizzate a beneficio dei Lavoratori: oggi in Italia ci sono 39 Contratti Collettivi di Lavoro, di questi ben 34 sono in attesa di rinnovo, a titolo di esempio citiamo il CCNL Autoferrotranvieri, quinquennale, scaduto nel 2017: è praticamente “saltato” un intero periodo contrattuale!
Con l’attuale livello di inflazione stiamo parlando del generale impoverimento di 6,8 milioni di lavoratori dipendenti, il 55,4 % del totale.
Con quali risorse dovrebbe funzionare l’economia del Paese? Chi deve acquistare quello che si produce? Quale è il modello di economia che ha in mente il Governo se la metà della forza produttiva non è in grado di sostentarsi con il lavoro? Sussidi e bonus? Mentre gli imprenditori e le multinazionali delocalizzano dopo aver fatto man bassa del nostro Know How?
Questo primo maggio deve essere uno spartiacque: i lavoratori devono essere rimessi in grado di vivere dignitosamente con i loro stipendi, senza se e senza ma.
E al sicuro.
(I dati citati sono dati Istat/Inail)
Il Segretario Nazionale
Dott. Domenico De Sena