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Notizia 19/4/2022

Pasqua di guerra o di sangue ?


Ho letto i giornali di oggi. Il titolo de La Stampa riflette per intero l’idea del male che grava su di noi nelle agghiaccianti immagini televisive. Nè le celebrazioni del Venerdì Santo, nè il ritorno dei turisti nelle città d’arte, nè i quindici milioni di italiani in viaggio possono soppiantare gli orrori dell’aggressione di Putin all’Ucraina, descritti anche dai quotidiani oggettivamente filo Putin come il Fatto ma solo nelle pagine interne: “mattatoio Kjiv, fosse comuni, esecuzioni, bombe nelle lavatrici, 900 civili trucidati”. In prima pagina invece il giornale di Travaglio deplora che i soldati inglesi siano in Ucraina per addestrare i militari locali all’uso delle nuove armi indispensabili a resistere, come se la difesa non fosse una scelta logica. Putin mette al bando Boris Jhonson  e abbatte un aereo cargo presumibilmente carico di aiuti e di armi. A Mariupol scade l’ultimatum dei russi, il Giornale la dà già in mano agli aggressori. Repubblica non potendo usare “Guerra e pace” di Lev Tolstoj titola “Guerra e fame” perchè “la guerra ha distrutto la sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo e avremo un miliardo in più di persone malnutrite”, visto che dall’Ucraina e dalla stessa Russia arrivava gran parte dei cereali. Quirico su La Stampa racconta l’epopea delle acciaierie, da quella di Stalingrado difesa dai tedeschi a quella di Mariupol difesa dagli ucraini contro i russi. Molinari, direttore di Repubblica, spiega la “guerra d’attrito”, in pratica la guerra di trincea come nel 1915 tra tedeschi e francesi nella prima guerra mondiale. Il Messaggero apre sui porti italiani chiusi alle navi russe (eccetto per carichi di farmaci e cereali) e a quelle che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio.
Federico Rampini sul Corriere fa l’elenco dei paesi amici di Putin, sono tanti e si tratta di “verità sgradevoli”. Piero Ignazi su Domani vede nero: “il famoso orologio che segna la fine del mondo sta correndo troppo forte, va rallentato con la diplomazia. Flores d’Arcais: «Non mandare le armi è un oltraggio alla Resistenza». Il filosofo direttore di MicroMega contro l’atteggiamento dell’Associazione nazionale partigiani: «Avanzare dei dubbi sul massacro di Bucha l’ho giudicata e la giudico un’oscenità». (Alessandra Arachi, Corriere della Sera). Impossibile non condividere! Marco Revelli: “Non denigriamo la pace, la Ue fermi il duello Putin-Biden”. Intervista al politologo di sinistra: 'Putin è un fascista ed è l’aggressore. Ma qui stiamo rischiando un conflitto atomico e dobbiamo valutare le conseguenze dei nostri atti'. (Concetto Vecchio, Repubblica). I partigiani cattolici si dissociano dal putiniano Quagliarulo e dicono che è legittimo mandare armi alla resistenza ucraina. Il Corriere vince in solitudine la piccola battaglia per avere con il suo direttore Luciano Fontana la prima intervista di Mario Draghi da quando è al governo, due pagine fitte nelle quali il premier è durissimo con Putin e conciliante con i partiti e li invita  a rivendicare il lavoro fatto insieme e ad andare avanti. Lui non è affatto stanco, anche se non si candiderà ovviamente alle elezioni. E sulla guerra di Putin ha parole chiare: “vuole annientare l’Ucraina, ho provato a convincerlo a fermarsi. Basta con la dipendenza energetica, la pace vale sacrifici ma saranno contenuti (uno o due gradi di temperatura in più o in meno). Abbiamo già speso 20 miliardi, vogliamo fare di più per imprese e cittadini. La maggioranza reggerà in Aula anche sul fisco e sulla riforma della giustizia”.
Il Sole apre su un dato che il governo dovrebbe ben approfondire: nel 2021 sono stati spesi solo 5 miliardi sui 13,7 del Pnrr e sono quelli degli investimenti delle Ferrovie e del bonus edilizio. La Verità incalza il governo sull’energia e poi ripropone Daniele Franco, ministro dell’Economia, a palazzo Chigi e Draghi dovesse andare alla Nato prima delle elezioni. Verità & Affari scrive che il Pnrr intanto “moltiplica dirigenti e consulenti pubblici”.
Marcello Sorgi scrive del “rischio crisi che il premier deve scongiurare”. “È come se Draghi dicesse (ma non lo dice e si guarda bene dal dirlo): i partiti giocano con le parole e non si rendono conto del pericolo a cui andrebbe incontro il Paese, di fronte a un non improbabile prolungamento strisciante della guerra. Qualcosa che nessuno si augura, ma che il go- verno deve comunque mettere in conto”.
Pronto il Piano Autunno: termosifoni più bassi e limitazioni alle imprese. Più che i condizionatori il vero problema sono i
termosifoni. E l'acqua calda. Il freddo dell'inverno, insomma, fa più paura del caldo dell'estate a un Paese che consuma ogni anno 76 miliardi di metri cubi di gas, quattro su dieci dei quali arrivano dalla Russia. L'Italia, come anche la Germania, sta cercando in tutti i modi di trovare fornitori alternativi a Gazprom. Però non è semplice. E i destini di Roma e Berlino si incrociano più di quanto non si pensi. Basta leggere l'ultimo Def, il documento di economia e finanza del governo. Gli esperti interpellati dal Tesoro per provare a immaginare cosa accadrebbe se l'Italia fosse costretta a breve a fare a meno del gas di Putin non sono rassicuranti. L'esecutivo sta facendo ogni sforzo possibile per trovare gas in altre parti del mondo. (Andrea Bassi, Il Messaggero)
Ecco le altre cronache della guerra. Mosca scrive al governo italiano: “Conseguenze per le armi a Kiev”. L’avvertimento già consegnato agli Usa raggiunge gli altri alleati. Ma Washington decide di andare avanti con le forniture. (Mastrolilli su Repubblica)
E La Stampa ammette il segreto di Pulcinella del ruolo della Nato in Ucraina. “L'esercito ucraino trasformato dall'Occidente”. Trasformare un esercito con un rigido e lento assetto post-sovietico in una forza efficace e rapida non è certo stato il miracolo della volontà degli ucraini a resistere, ma il risultato di sette anni di addestramento intensivo e 29 anni di 'scambi' militari tra forze occidentali e ucraine. Tra Nato e Kiev. È così che l'esercito ucraino, dall'ultimo dei soldati al primo dei generali, fino ai funzionari del ministero della Difesa, ha sorpreso il mondo respingendo un esercito molto più grande e meglio equipaggiato. Con addestramenti ed esercitazioni che hanno coinvolto almeno 10.000 soldati all'anno, la Nato e i suoi membri hanno trasformato le rigide strutture di comando in stile sovietico dell'Ucraina in un esercito all'altezza degli standard occidentali, in cui ai soldati viene insegnato prima di tutto «a pensare in movimento». Oggi, quando la guardia nazionale di Kiev tende un'imboscata alle forze russe, deve ringraziare l'esercito canadese. Quando lancia un missile anticarro Javelin deve ringraziare le forze armate statunitensi. Gli Stati Uniti hanno inviato per anni armi americane in Ucraina e hanno aiutato ad addestrare i loro soldati sul come usarli. Dal 2015, i berretti verdi addestrano le forze ucraine nel centro di Yavoriv, vicino al confine polacco, quello colpito lo scorso 13 marzo da 8 missili da crociera russi. Ma è da quasi 30 anni che la guardia nazionale della California si addestra con gli ucraini. (Monica Perosino, La Stampa)
Putin punta l'Occidente: colpire i convogli Nato. Inglesi a Kiev, armi Usa, Movska affondata. E Mosca pensa alla rap- presaglia eclatante. «Escalation? Chiamiamola pure Terza Guerra Mondiale, stiamo combattendo contro la Nato». Nei talk show di tutto il mondo - Russia compresa - le parole spesso superano la realtà. Ma quelle con cui Olga Skabeyeva commentava, sere fa, l'affondamento dell'incrociatore Mosk- va minacciano di rivelarsi assai concrete. Olga Skabeyeva è il volto istituzionale di Rossya Uno, la più ufficiale delle emittenti di Mosca. Abbandonando il consueto lessico dell'«operazione speciale» in Ucraina e introducendo la prospettiva di una guerra con la Nato la commentatrice interpretava, si dice, sentimenti diffusi dentro lo stesso Cremlino. E questo fa capire quali incognite comportino le attività delle forze speciali inglesi mandate a Kiev per addestrare gli ucraini all'utilizzo di quei missili anticarro NLaw diventati la dannazione dei convogli russi. La notizia, trapelata grazie ad uno scoop del Times, rischia di diventare la classica goccia capace di far traboccare il vaso. Per Mosca quel vaso è già stracolmo. Per capirlo basta la nota ufficiale indirizzata a Washington in cui Mosca prefigurava, fin da martedì scorso, «conseguenze imprevedibili» in caso di nuove forniture militari a Kiev. (Gian Micalessin, Il Giornale)
Travaglio intercetta un tweet di Boeri, il quale fa sapere che l’articolo di ieri su Repubblica sull’industria della difesa firmato insieme a Perotti sarebbe stato forzato nel titolo per renderlo più aggressivo e più militarista.
A Kiev riapre l’ambasciata italiana, Zazo: «Roma svolge un ruolo politico e l’Ucraina lo sta apprezzando». Riapre lunedì la sede italiana, nonostante ancora suonino le sirene degli allarmi. «Ora gestiremo gli aiuti umanitari e i rapporti con i 230 mila ucraini in Italia e 100 mila profughi», dice l’ambasciatore, appena tornato nella capitale ucraina. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera). Shinzo Abe, ex primo ministro del Giappone, su Repubblica: “Gli Usa devono uscire dall’ambiguità. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha ricordato a molti osservatori i rapporti tesi che intercorrono tra la Cina e Taiwan. Ma se la situazione dell’Ucraina e quella di Taiwan presentano tre aspetti di somiglianza, vi sono anche notevoli differenze. La prima similitudine riguarda l’ampio divario in termini di forza militare tra Taiwan e la Cina, così come tra l’Ucraina e la Russia, un divario che tende ad aumentare da un anno all’altro. La seconda è che né l’Ucraina né Taiwan hanno alleati militari formali, ma sono costretti a fare fronte alle minacce o agli attacchi esterni da soli. La terza è che, dal momento che Russia e Cina sono entrambe membri permanenti e con diritto di veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non è possibile invocare la funzione di mediazione dell’Onu nel caso di conflitti che le vedono coinvolte. Così è stato nell’attuale attacco russo nei confronti dell’Ucraina, e così sarebbe nel caso di una crisi riguardante Taiwan. In parole povere, mentre l’Ucraina è uno Stato indipendente a tutti gli effetti, Taiwan non lo è. Per gli Usa è giunto il momento di dire apertamente che difenderanno Taiwan da qualunque tentativo d’invasione da parte della Cina”.
Gli altri temi del giorno non contano nulla, passano in secondo, terzo piano perché è la guerra che incombe ad avvelenare il messaggio di pace che porta la Pasqua. Ormai un mistero della Fede!






Notizia 11/4/2022

Grande affermazione della CONF.A.I.L. per il rinnovo delle RSU sia presso il Comune di Foggia e sia presso l’Ente Provincia di Foggia




ELEZIONI RSU 5/7 APRILE 2022

Grande affermazione della CONF.A.I.L. per il rinnovo delle RSU sia presso il Comune di Foggia e sia presso l’Ente Provincia di Foggia.

  • Al Comune si è aggiudicata tre seggi: Antonino Longo, il più suffragato della competizione con 74 preferenze, Giovanni Santella e Carmelo Fredella.
  • Alla Provincia si è aggiudicata due seggi: Gino Biscotti, il secondo più suffragato della competizione e Giuseppe Casarella.

Una competizione che ha visto crescere le sigle sindacali autonome, premiando gli sforzi della Confail, Sindacato sempre in prima linea nella tutela dei lavoratori.
Un risultato che ha premiati l’impegno e la coerenza di una forza sindacale aperta e libera – ha detto Antonino Longo – la nostra azione continuerà a promuovere il benessere aziendale e le buone prassi in Enti in cui i lavoratori avvertono un forte bisogno di sentirsi protagonisti.

Il Segretario Generale Confederale Conf.A.I.L.
(Rag. Antonio Forcella)






Notizia 1/4/2022

La CONF.A.I.L. è un Sindacato Indipendente che ripudia tutte le guerre.




In un primo momento, per evitare polemiche, ho pensato di non rispondere a tutti quelli che, a loro modo, trovandosi in disaccordo mi hanno mi hanno redarguito con vari criteri per il mio articolo del 16/03/2022:

https://www.confail.net/notizia.asp?idComunicazione=64

In democrazia, è giusto dare voce a tutti e, mi dispiace, che chi in dissenso, non abbia potuto pubblicare direttamente le proprie osservazioni sul sito, in quanto, questo non è un blog e, le pubblicazioni, sono permesse ai soli Componenti di Segreteria del nostro Sindacato.
Ho cercato di scrivere il precedente articolo, omettendo volutamente paroloni intellettualoidi come: “rossobrunismo”, “hybris” oppure “ jus ad bellum”,
per renderlo fruibile a tutti. Probabilmente, però, per alcune persone, non sono stato sufficientemente intellettuale.
Dovete sapere, infatti, che i più critici sono stati proprio i lettori più autorevoli. Ciò mi dispiace e in qualche caso, mi sconcerta tanto più quanto più alto è il livello di autorevolezza.
In buona sostanza, se mi avesse telefonato la sig.ra Maria che ha 90 anni, che vive in un paesino sperduto di poche anime, che non ha potuto conseguire neanche la licenza elementare, a cui io voglio bene, dicendomi che Putin mangia i bambini, probabilmente mi sarei anche scusato.
Ma, ma, ma qui, non è così.  Il mio precedente articolo, non giustifica o assolve nessuno, anzi, per facilitare qualche Principessa del Foro che mi ha accusato di difendere chi uccide i bambini, mi sforzo di precisare meglio il concetto, in un linguaggio giuridico a lei più consono:
1.    Putin, non può beneficiare di nessuno sconto di pena poiché le attenuanti pari alle aggravanti;
2.    La guerra è un crimine in concorso;
3.    Esiste una condotta ex ante che ha contribuito a cagionare l’evento.
Chiarito quanto sopra e considerata la gravità del crimine, dovrebbe essere un preciso dovere valutare, severamente, il succitato punto 3, secondo i principi generali  che governano il nostro ordinamento penale e che si traggono dalle disposizioni qui di seguito richiamate.
Giova in particolare, citare l’art. 41 del nostro codice penale, anche se, potrebbe condurre ed un esito argomentativo sconveniente.
Per tale norma il “fatto-reato” deve essere valutato alla stregua del “nesso di casualità”, che deve essere parte integrante del giudizio senza che esso possa essere, in nessun caso, considerato un attenuante.
Ma ancora, non basta, oltre alle responsabilità delle condotte di chi materialmente ha contribuito all’evento, si devono considerare a pari titolo le responsabilità morali.
Per spiegarmi ancora meglio, a mio avviso, anche la PROPAGANDA e/o chi per essa, ha un precisa grave responsabilità.
E’ ovvio che saranno i Tribunali di Guerra dei vincitori con i loro codici a celebrare i processi. Qui si vuole solo capire quale sia la migliore coscienza per aiutare la pace.
Premesso tutto ciò ribadisco:
vorrei  che vi fosse chiaro che questa guerra è dettata da motivi geopolitici e  da appetiti economici dove la lesa libertà è solo un pretesto.
A tutti i pacifisti che sono a favore dell’invio delle armi in Ucraina, vorrei ricordare che questa non è la guerra tra Putin e Zelens'kyj, ma è la guerra, tra il popolo Russo e il popolo Ucraino e che esso, è prevalentemente unito da sentimenti di fratellanza.
L’invio delle armi, non farà altro che aumentare il livello della violenza dello scontro e il prezzo più alto sarà pagato dai civili.
Vorrei vi domandaste che fine hanno fatto i 13 miliardi di dollari che Biden ha inviato in Ucraina. (A parte, ovviamente, i 28 milioni di dollari ritrovati nella valigia di Anastasia Kotvitska moglie dell’ex parlamentare Igor Kotvitsky, espatrianda bloccata in mezzo ai profughi al confine con l’Ungheria).
Vorrei sapere, se vi dessi 13 miliardi di dollari sareste forse incentivati alla pace?
Oggi siamo in gara per accogliere i profughi Ucraini e siamo profondamente indignati per la strage dei bambini Ucraini. Ma perché non ci siamo offesi negli otto anni in cui gli Ucraini uccidevano i bambini del Donbass?
Perché non ci siamo indignati quando nel 2022 i bambini siriani, anch’essi profughi, sono stati fatti morire di stenti al gelo al confine con la Polonia?
Un bambino è un bambino qualunque sia la sua nazione o la sua etnia. La morte di un solo e bambino ci dovrebbe sempre indignare, sia esso Ucraino, Siriano o Filorusso ma qui, la propaganda, ha fatto la differenza, perché li uccide Putin.
Credere che siamo diventati sensibili in una mezza giornata è veramente dura.
E’ più facile credere che abbiamo degli interessi da difendere, la negazione di questo, è tanto più grave, quanto più alto è il livello di preparazione e di cultura di chi sostiene il contrario.
Onestamente, credo che Zelens'kyj non abbia nessun titolo a rappresentare il popolo Ucraino, in quanto, figlio di un governo illegittimo, insediato da un colpo di stato.
Diffidate da chi elargisce medaglie d’oro all’autoproclamato battaglione nazista AZOV chiamando eroi gli autori del genocidio nel Donbass.
Zelens'kyj, cintura nera di vittimismo, da consumato attore, in una diretta televisiva diffusa in tutto il mondo ha dichiarato che a noi occidentali manca il coraggio.
Definizione di mancanza di coraggio ripresa da wikipedia:
La codardia, anche conosciuta come pavidità, vigliaccheria, viltà e pusillanimità, è una caratteristica propria di chi, per troppa paura e mancanza di coraggio, si sottrae al pericolo venendo meno alle sue responsabilità.
Caro Zelens'kyj, se ho capito bene, ci chiami alla guerra chiamandoci vigliacchi?
Bene, ci spieghi lui, allora, con quale coraggio si stipano i bambini in un asilo in zona di guerra, dopo che i Russi hanno concesso una tregua umanitaria.
Questa guerra è una guerra sporca tra potenti e burattini e chiunque tenti di giustificarla da una parte o dall’altra lo è altrettanto, proprio come i guerrafondai coinvolti.
L’unica mia aspirazione, insomma, non è giustificare uno o  l’altro ma riuscire a contribuire alla creazione di una coscienza collettiva, sana e indipendente, come quella del il nostro Sindacato, di cui, questo articolo, ne è testimonianza.

Maurizio DI BLAS  







Notizia 21/3/2022

Pensione anticipata lavori usuranti domande entro il 1° maggio


Come richiedere la pensione anticipata per lavori usuranti per chi matura i requisiti nel 2023.
Ecco a chi spetta e come richiederla entro il 1° maggio 2022.

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Notizia 16/3/2022

La CONF.A.I.L. è un Sindacato Indipendente che ripudia tutte le guerre.




Nei crimini di guerra nessuna responsabilità individuale consente di attenuare quella altrui e, affinché la pena sia un valido e concreto deterrente, tutti i colpevoli, nessuno escluso, devono essere individuati, giudicati nonché condannati duramente, per ogni singolo fatto che abbia contribuito a generare il crimine.

Il grande sforzo dei mass media asserviti al potere della NATO che a gran voce vorrebbero farci credere che l’unica responsabilità di quanto sta accadendo al popolo ucraino possa essere addebitata ad un solo soggetto mi offende. Così come la raccontano, un bel giorno, un dittatore chiamato Vladimir Putin, per fini espansionistici, all’improvviso e ingiustificatamente ha cominciato a bombardare case, ospedali e scuole facendo strage di civili in Ucraina.

Ebbene cari signori non è andata proprio così, dietro questa escalation non c’è solo un responsabile ma tutta la Russia e solo conoscendo bene la strada che ci ha portato fino a qui possiamo tentare di tornare indietro prima del disastro totale.

E allora cominciamo dall’inizio a ripercorrere questa brutta strada dove è di tutta evidenza che la politica più becera e sporca ha avuto un ruolo fondamentale nel tracciare il cammino.

Secondo me, questa storia nasce quando qualcuno, furbescamente, ha pensato di conquistare l’Ucraina come già era stato fatto con Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Ungheria.

Il sistema applicato è quasi sempre identico ed è anche un po' sputtanato rimane in uso, ed anche se, qualche volta non funziona, come ad esempio in: Venezuela, Vietnam, Afganistan ecc..

Prima fase – la destabilizzazione:
•   poiché la debolezza dell’animo umano non manca in nessuna nazione, attraverso l’intelligence si indaga sul soggetto che si vuole eliminare dallo scenario non risparmiando familiari, parenti o amici;
•   non importa che le informazioni siano veritiere, è sufficiente che queste siano grandi e credibili quanto basta, le migliori, ovviamente, sono quelle soggette a rilevanza penale;
•   le informazioni diventano notizie rendendole pubbliche di volta in volta a seconda delle occasioni;
•   solitamente si spendono con maggiore soddisfazione durante la campagna elettorale, in quanto, la resa risulta migliore, in questo caso, infatti, un unica notizia può screditare contemporaneamente più persone se non tutto un partito.
Ed ecco creato nel paese che si vuole destabilizzare il giusto clima di incertezza e di sfiducia.

Seconda fase – la scelta del sostituto preposto:
•   Il sostituto preposto normalmente è un pesce in barile del mestiere presente sulla scena;
•   lui è già stato fidelizzato attraverso finanziamenti in parte occulti;
•  non è necessario che sia di bella presenza, l’importante è che sappia parlare convincentemente quando promette tutto a tutti.

Terza fase (opzionale):
•    nel caso le prime due fasi si rivelassero insufficienti e non determinanti, in nome della libertà e della democrazia, si organizza un colpetto di stato;
•    qui occorre, però, un accordo internazionale più ampio, come ad esempio, quello dei componenti dei paesi della NATO, i quali, preavvisati, riconoscono immediatamente il nuovo governo del pesce in barile che ha liberato il popolo dalla dittatura;
•    (esiste un’altra opzione con lo spread/btp/bund ma questa è riservata solo ai popoli amici).



Qui il gioco è bello e concluso, in fondo, sono tutti contenti o no? Che importanza può avere se il Governo Ucraino destituito era legittimamente eletto? In fondo gli è andata fin troppo bene, in IRAQ hanno persino creduto che Saddam avesse le armi atomiche.

Bene, abbiamo fatto il primo pezzo di strada che ci porta al 2014.

A questo punto, però, i geni che hanno contribuito a rendere possibile l’evento, si accorgono che i russi, che già si sentono derubati dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania, non sono proprio contenti, anzi, sono piuttosto incazzati, in quanto, considerano l’Ucraina uno stato indipendente storicamente facente parte della Federazione Russa.

Per rendere meglio l’idea, diciamo che i russi si sono incazzati come gli americani si incazzerebbero nel caso in cui, qualcuno che si fosse già preso la California, il Nuovo Messico e l’Arizona, organizzasse un colpo di stato in Texas mettendo al potere un filorusso DOC.

Detto ciò, qualcuno si può meravigliare se il peso dell’animo nazionalista russo è divampato all’interno della Duma chiedendo sempre più pressantemente di intervenire?

A fomentare gli interventisti russi ci si mettono anche gli ucraini della regione del Donbass che non credono affatto di essere stati liberati in nome e per conto della democrazia e della libertà.

Di riflesso, all’interno della regione del Donbass nascono spontaneamente  2 repubbliche Il Donetsk e la Luhansk situate proprio al confine tra Ucraina e Russia.

La proclamazione delle 2 Repubbliche  suscita l’ira del neo governo ucraino che immediatamente occupa militarmente le repubbliche Donetsk e Luhansk causando una guerra mai cessata che ad oggi conta 14.000 vittime considerate fratelli dai russi.

Se riuscite a comprendere perché  non siete mai stati sufficientemente informati di questo, avete fatto il secondo pezzo di strada.

Se non vi è chiaro, vi do un aiutino.
Gli ucraini o chi per loro, dal 2014 in Donetsk e Luhansk, combinano esattamente quello che i russi stanno facendo ora in Ucraina con l’unica differenza che, in questo caso, NOI abbiamo fatto finta di nulla.

Già da allora i russi avrebbero potuto invadere l’Ucraina, in quanto, militarmente superiori ma, ancora una volta, invece di reagire vanno a Minsk, si siedono al tavolo della pace e negoziano con gli ucraini un trattato per il cessate il fuoco nelle repubbliche del Donbass.

Questo trattato proprio non funziona, la popolazione del  Donetsk e del Lugansk, nonostante tutto, non vuole farsi massacrare dagli ucraini senza ribellarsi e quando i russi accusano l’Ucraina  di non aver rispettato il cessate il fuoco, gli ucraini dichiarano che non sono stati direttamente loro a compiere i massacri della popolazione civile, ma le responsabilità sono di alcune fazioni di destra che loro non riconoscono anche se ucraine. A questo punto, però, i russi cominciano a rifornire la popolazione del Donbass, in modo che questa si possa difendere, ovviamente, per questo motivo, partono dagli Stati Uniti e dall’UE le prime sanzioni contro i russi, in quanto, questi,  guerrafondai.

Facciamo un altro pezzettino di strada e arriviamo nel 2015 quando i russi, sempre a Minsk si risiedono e aprono un altro tavolo di pace. (Poiché le tracce di questo secondo trattato nei motori di ricerca sono sepolte, per vostra comodità, nel caso vi voleste  documentare,  il trattato si chiama “Minsk II”).

Presenti a garanzia del nuovo trattato furono gli allora capi di Stato di Ucraina, Russia, Francia e Germania.

Pur essendo pieno di buoni propositi e sottoscritto da tutti, l’accordo non fu mai rispettato dagli ucraini in quanto considerato da Kiev troppo favorevole alla Russia.

Taglio il pezzo di strada dal 2015 al 2018 tanto è tutto ripetitivo e continuativo compreso il genocidio in Donbass. Tranne alcune cannonate tra la Marina Russa e la Marina Ucraina,  non succede nulla, salvo le opportune interferenze degli Stati Uniti, a cui, non importa che l’Ucraina è al secondo posto in Europa per le riserve di gas, che possiede il 10% delle riserve mondiali di ferro, il 6% di titanio e il 20% della grafite, che è l’ottava riserva al mondo di manganese, la nona di uranio e che gli ingenti giacimenti di ossido di litio si stimano in 500.000 tonnellate, ma, ovviamente,  agli americani sta a cuore solo la libertà del popolo ucraino e, per questo sano principio, sono disposti a rischiare, a casa degli altri, la terza guerra mondiale.

Nell’ottobre 2018 gli Stati Uniti scoprono che l’amore per il popolo ucraino è diventato viscerale, rispolverano il maccartismo e per rasserenare gli animi, a meno di 100 km dal confine russo organizzano la più grande esercitazione militare dalla fine della Guerra Fredda.

Nell’operazione Trident Juncture sono stati schierati in assetto di guerra 50.000 militari provenienti da 31 diverse nazioni (29 membri della Nato più Svezia e Finlandia), 150 aerei, 70 navi e oltre 10.000 veicoli terrestri.

Ora i russi cominciano ad ammassare sempre più truppe al confine dell’Ucraina ma si fermano ancora una volta. Nel 2022 gli americani  rassicurano il Presidente dell’amato popolo ucraino e lo convincono che l’unica soluzione per non essere invasi dai russi è entrare nella NATO e nell’UE.

I russi comunicano agli ucraini che se non vogliono essere invasi devono rimanere  INDIPENDENTI e NEUTRALI, inoltre, chiedono ELEZIONI LIBERE per le Repubbliche del Donetsk e del Lugansk.

Qui il Presidente Americano Joe Biden si indigna, vara un’altra volta pesantissime sanzioni ai russi e promette importanti aiuti militari e economici agli ucraini che, fomentati, rispondono con una bella sonora pernacchia ai russi.

Siamo arrivati alla fine della strada dove da adesso in poi possiamo trovare solo bombe e morti.

Ma perché il governo ucraino nella persona del suo Presidente Zelens'kyj ha risposto così, perché Zelens'kyj non ha avuto paura di un nemico 100 volte più forte, perché non ha calcolato le atroci sofferenze che la sua risposta sta facendo patire al popolo ucraino e perché continua a chiedere la no fly zone pur sapendo che questo porterebbe alla terza guerra mondiale?

Accettare di essere indipendenti e neutrali non è come essere liberi o per essere liberi bisogna schierarsi con qualcuno? Da chi è stato fomentato?

Forse semplicemente pensava di farla franca anche questa volta e che sarebbe rimasto impunito come nei 9 anni di bombardamento del Donbass?



Non dovete credere a questa verità ma non dovete credere neanche a quella che vi raccontano in televisione, mettete le due verità insieme e che la mano di Dio possa indicarvi la strada del ritorno alla pace.

In tutte le guerre passate la verità che ci hanno raccontato è servita solo a nascondere le altre brutte responsabilità.

Oggi viviamo nell’era delle fake news e dei trasformismi ideologici che una volta venivano chiamati “propaganda” ma nulla da allora è cambiato se non in peggio.

Mi raccomando, se avete capito il messaggio, la prossima volta che scendete in piazza, non portate i colori della bandiera Ucraina ne tantomeno quelli della bandiera Russa, portate solo la BANDIERA della PACE, solo così aiuterete la pace e la libertà di tutti i popoli.

 Maurizio DI BLAS






 














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