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CONF.A.I.L.
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Italiana del Lavoro

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Notizia 19/4/2022

Pasqua di guerra o di sangue ?


Ho letto i giornali di oggi. Il titolo de La Stampa riflette per intero l’idea del male che grava su di noi nelle agghiaccianti immagini televisive. Nè le celebrazioni del Venerdì Santo, nè il ritorno dei turisti nelle città d’arte, nè i quindici milioni di italiani in viaggio possono soppiantare gli orrori dell’aggressione di Putin all’Ucraina, descritti anche dai quotidiani oggettivamente filo Putin come il Fatto ma solo nelle pagine interne: “mattatoio Kjiv, fosse comuni, esecuzioni, bombe nelle lavatrici, 900 civili trucidati”. In prima pagina invece il giornale di Travaglio deplora che i soldati inglesi siano in Ucraina per addestrare i militari locali all’uso delle nuove armi indispensabili a resistere, come se la difesa non fosse una scelta logica. Putin mette al bando Boris Jhonson  e abbatte un aereo cargo presumibilmente carico di aiuti e di armi. A Mariupol scade l’ultimatum dei russi, il Giornale la dà già in mano agli aggressori. Repubblica non potendo usare “Guerra e pace” di Lev Tolstoj titola “Guerra e fame” perchè “la guerra ha distrutto la sicurezza alimentare dei paesi in via di sviluppo e avremo un miliardo in più di persone malnutrite”, visto che dall’Ucraina e dalla stessa Russia arrivava gran parte dei cereali. Quirico su La Stampa racconta l’epopea delle acciaierie, da quella di Stalingrado difesa dai tedeschi a quella di Mariupol difesa dagli ucraini contro i russi. Molinari, direttore di Repubblica, spiega la “guerra d’attrito”, in pratica la guerra di trincea come nel 1915 tra tedeschi e francesi nella prima guerra mondiale. Il Messaggero apre sui porti italiani chiusi alle navi russe (eccetto per carichi di farmaci e cereali) e a quelle che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio.
Federico Rampini sul Corriere fa l’elenco dei paesi amici di Putin, sono tanti e si tratta di “verità sgradevoli”. Piero Ignazi su Domani vede nero: “il famoso orologio che segna la fine del mondo sta correndo troppo forte, va rallentato con la diplomazia. Flores d’Arcais: «Non mandare le armi è un oltraggio alla Resistenza». Il filosofo direttore di MicroMega contro l’atteggiamento dell’Associazione nazionale partigiani: «Avanzare dei dubbi sul massacro di Bucha l’ho giudicata e la giudico un’oscenità». (Alessandra Arachi, Corriere della Sera). Impossibile non condividere! Marco Revelli: “Non denigriamo la pace, la Ue fermi il duello Putin-Biden”. Intervista al politologo di sinistra: 'Putin è un fascista ed è l’aggressore. Ma qui stiamo rischiando un conflitto atomico e dobbiamo valutare le conseguenze dei nostri atti'. (Concetto Vecchio, Repubblica). I partigiani cattolici si dissociano dal putiniano Quagliarulo e dicono che è legittimo mandare armi alla resistenza ucraina. Il Corriere vince in solitudine la piccola battaglia per avere con il suo direttore Luciano Fontana la prima intervista di Mario Draghi da quando è al governo, due pagine fitte nelle quali il premier è durissimo con Putin e conciliante con i partiti e li invita  a rivendicare il lavoro fatto insieme e ad andare avanti. Lui non è affatto stanco, anche se non si candiderà ovviamente alle elezioni. E sulla guerra di Putin ha parole chiare: “vuole annientare l’Ucraina, ho provato a convincerlo a fermarsi. Basta con la dipendenza energetica, la pace vale sacrifici ma saranno contenuti (uno o due gradi di temperatura in più o in meno). Abbiamo già speso 20 miliardi, vogliamo fare di più per imprese e cittadini. La maggioranza reggerà in Aula anche sul fisco e sulla riforma della giustizia”.
Il Sole apre su un dato che il governo dovrebbe ben approfondire: nel 2021 sono stati spesi solo 5 miliardi sui 13,7 del Pnrr e sono quelli degli investimenti delle Ferrovie e del bonus edilizio. La Verità incalza il governo sull’energia e poi ripropone Daniele Franco, ministro dell’Economia, a palazzo Chigi e Draghi dovesse andare alla Nato prima delle elezioni. Verità & Affari scrive che il Pnrr intanto “moltiplica dirigenti e consulenti pubblici”.
Marcello Sorgi scrive del “rischio crisi che il premier deve scongiurare”. “È come se Draghi dicesse (ma non lo dice e si guarda bene dal dirlo): i partiti giocano con le parole e non si rendono conto del pericolo a cui andrebbe incontro il Paese, di fronte a un non improbabile prolungamento strisciante della guerra. Qualcosa che nessuno si augura, ma che il go- verno deve comunque mettere in conto”.
Pronto il Piano Autunno: termosifoni più bassi e limitazioni alle imprese. Più che i condizionatori il vero problema sono i
termosifoni. E l'acqua calda. Il freddo dell'inverno, insomma, fa più paura del caldo dell'estate a un Paese che consuma ogni anno 76 miliardi di metri cubi di gas, quattro su dieci dei quali arrivano dalla Russia. L'Italia, come anche la Germania, sta cercando in tutti i modi di trovare fornitori alternativi a Gazprom. Però non è semplice. E i destini di Roma e Berlino si incrociano più di quanto non si pensi. Basta leggere l'ultimo Def, il documento di economia e finanza del governo. Gli esperti interpellati dal Tesoro per provare a immaginare cosa accadrebbe se l'Italia fosse costretta a breve a fare a meno del gas di Putin non sono rassicuranti. L'esecutivo sta facendo ogni sforzo possibile per trovare gas in altre parti del mondo. (Andrea Bassi, Il Messaggero)
Ecco le altre cronache della guerra. Mosca scrive al governo italiano: “Conseguenze per le armi a Kiev”. L’avvertimento già consegnato agli Usa raggiunge gli altri alleati. Ma Washington decide di andare avanti con le forniture. (Mastrolilli su Repubblica)
E La Stampa ammette il segreto di Pulcinella del ruolo della Nato in Ucraina. “L'esercito ucraino trasformato dall'Occidente”. Trasformare un esercito con un rigido e lento assetto post-sovietico in una forza efficace e rapida non è certo stato il miracolo della volontà degli ucraini a resistere, ma il risultato di sette anni di addestramento intensivo e 29 anni di 'scambi' militari tra forze occidentali e ucraine. Tra Nato e Kiev. È così che l'esercito ucraino, dall'ultimo dei soldati al primo dei generali, fino ai funzionari del ministero della Difesa, ha sorpreso il mondo respingendo un esercito molto più grande e meglio equipaggiato. Con addestramenti ed esercitazioni che hanno coinvolto almeno 10.000 soldati all'anno, la Nato e i suoi membri hanno trasformato le rigide strutture di comando in stile sovietico dell'Ucraina in un esercito all'altezza degli standard occidentali, in cui ai soldati viene insegnato prima di tutto «a pensare in movimento». Oggi, quando la guardia nazionale di Kiev tende un'imboscata alle forze russe, deve ringraziare l'esercito canadese. Quando lancia un missile anticarro Javelin deve ringraziare le forze armate statunitensi. Gli Stati Uniti hanno inviato per anni armi americane in Ucraina e hanno aiutato ad addestrare i loro soldati sul come usarli. Dal 2015, i berretti verdi addestrano le forze ucraine nel centro di Yavoriv, vicino al confine polacco, quello colpito lo scorso 13 marzo da 8 missili da crociera russi. Ma è da quasi 30 anni che la guardia nazionale della California si addestra con gli ucraini. (Monica Perosino, La Stampa)
Putin punta l'Occidente: colpire i convogli Nato. Inglesi a Kiev, armi Usa, Movska affondata. E Mosca pensa alla rap- presaglia eclatante. «Escalation? Chiamiamola pure Terza Guerra Mondiale, stiamo combattendo contro la Nato». Nei talk show di tutto il mondo - Russia compresa - le parole spesso superano la realtà. Ma quelle con cui Olga Skabeyeva commentava, sere fa, l'affondamento dell'incrociatore Mosk- va minacciano di rivelarsi assai concrete. Olga Skabeyeva è il volto istituzionale di Rossya Uno, la più ufficiale delle emittenti di Mosca. Abbandonando il consueto lessico dell'«operazione speciale» in Ucraina e introducendo la prospettiva di una guerra con la Nato la commentatrice interpretava, si dice, sentimenti diffusi dentro lo stesso Cremlino. E questo fa capire quali incognite comportino le attività delle forze speciali inglesi mandate a Kiev per addestrare gli ucraini all'utilizzo di quei missili anticarro NLaw diventati la dannazione dei convogli russi. La notizia, trapelata grazie ad uno scoop del Times, rischia di diventare la classica goccia capace di far traboccare il vaso. Per Mosca quel vaso è già stracolmo. Per capirlo basta la nota ufficiale indirizzata a Washington in cui Mosca prefigurava, fin da martedì scorso, «conseguenze imprevedibili» in caso di nuove forniture militari a Kiev. (Gian Micalessin, Il Giornale)
Travaglio intercetta un tweet di Boeri, il quale fa sapere che l’articolo di ieri su Repubblica sull’industria della difesa firmato insieme a Perotti sarebbe stato forzato nel titolo per renderlo più aggressivo e più militarista.
A Kiev riapre l’ambasciata italiana, Zazo: «Roma svolge un ruolo politico e l’Ucraina lo sta apprezzando». Riapre lunedì la sede italiana, nonostante ancora suonino le sirene degli allarmi. «Ora gestiremo gli aiuti umanitari e i rapporti con i 230 mila ucraini in Italia e 100 mila profughi», dice l’ambasciatore, appena tornato nella capitale ucraina. (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera). Shinzo Abe, ex primo ministro del Giappone, su Repubblica: “Gli Usa devono uscire dall’ambiguità. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha ricordato a molti osservatori i rapporti tesi che intercorrono tra la Cina e Taiwan. Ma se la situazione dell’Ucraina e quella di Taiwan presentano tre aspetti di somiglianza, vi sono anche notevoli differenze. La prima similitudine riguarda l’ampio divario in termini di forza militare tra Taiwan e la Cina, così come tra l’Ucraina e la Russia, un divario che tende ad aumentare da un anno all’altro. La seconda è che né l’Ucraina né Taiwan hanno alleati militari formali, ma sono costretti a fare fronte alle minacce o agli attacchi esterni da soli. La terza è che, dal momento che Russia e Cina sono entrambe membri permanenti e con diritto di veto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, non è possibile invocare la funzione di mediazione dell’Onu nel caso di conflitti che le vedono coinvolte. Così è stato nell’attuale attacco russo nei confronti dell’Ucraina, e così sarebbe nel caso di una crisi riguardante Taiwan. In parole povere, mentre l’Ucraina è uno Stato indipendente a tutti gli effetti, Taiwan non lo è. Per gli Usa è giunto il momento di dire apertamente che difenderanno Taiwan da qualunque tentativo d’invasione da parte della Cina”.
Gli altri temi del giorno non contano nulla, passano in secondo, terzo piano perché è la guerra che incombe ad avvelenare il messaggio di pace che porta la Pasqua. Ormai un mistero della Fede!






Notizia 12/4/2022

CONF.A.I.L. F.A.I.S.A. Proclama lo Sciopero Nazionale Autoferrotranvieri il 28 Aprile 2022


Siamo alla seconda azione di sciopero per vedere riconosciuti i diritti di Lavoratori.
Il costo della vita è diventato insostenibile, l’aumento di tutto a fronte di sole richieste di
sacrifici dei Lavoratori, l’aumento progressivo dei carichi di lavoro a fronte di niente, stipendi
invariati da anni!
Gli autoferrotranvieri sono in grosse difficoltà economiche per la perdita del potere di
acquisto.
Tra mutui e affitti da pagare, l’aumento di luce, gas e carburanti, l’aumento dei beni di prima
necessità. Il Governo non può continuare a girarsi dall’altra parte e non prendere atto di quanto
sta succedendo. Un rinnovo del Contratto Nazionale che non arriva mai e i contenuti, adesso,
devono essere a favore dei Lavoratori e non, come ormai sta succedendo da troppi anni, a
favore delle aziende.
Chiediamo un rinnovo di contratto che possa portare “respiro” ai lavoratori, soprattutto sotto
il profilo economico.
Il Governo deve intervenire nell’immediatezza costringendo le Associazioni Datoriali a
sedersi al tavolo delle trattative pretendendo un contratto all’altezza dei bisogni del Trasporto
Locale e dei Lavoratori.
Ribadiamo che il rinnovo contrattuale deve essere anche l’occasione per un rilancio del settore
prevedendo forti investimenti in infrastrutture e mezzi, utilizzando i fondi del PNRR.
Per queste ragioni chiediamo a tutti i Lavoratori la massima partecipazione all’iniziativa di
lotta e al rafforzamento della nostra Organizzazione che sempre di più si dimostra presente a
raccogliere le esigenze dei Lavoratori.

LAVORATORI, PARTECIPIAMO IN MASSA ALLA SECONDA PROCLAMAZIONE DI SCIOPERO

La Segreteria Nazionale








Notizia 11/4/2022

Grande affermazione della CONF.A.I.L. per il rinnovo delle RSU sia presso il Comune di Foggia e sia presso l’Ente Provincia di Foggia




ELEZIONI RSU 5/7 APRILE 2022

Grande affermazione della CONF.A.I.L. per il rinnovo delle RSU sia presso il Comune di Foggia e sia presso l’Ente Provincia di Foggia.

  • Al Comune si è aggiudicata tre seggi: Antonino Longo, il più suffragato della competizione con 74 preferenze, Giovanni Santella e Carmelo Fredella.
  • Alla Provincia si è aggiudicata due seggi: Gino Biscotti, il secondo più suffragato della competizione e Giuseppe Casarella.

Una competizione che ha visto crescere le sigle sindacali autonome, premiando gli sforzi della Confail, Sindacato sempre in prima linea nella tutela dei lavoratori.
Un risultato che ha premiati l’impegno e la coerenza di una forza sindacale aperta e libera – ha detto Antonino Longo – la nostra azione continuerà a promuovere il benessere aziendale e le buone prassi in Enti in cui i lavoratori avvertono un forte bisogno di sentirsi protagonisti.

Il Segretario Generale Confederale Conf.A.I.L.
(Rag. Antonio Forcella)






Notizia 1/4/2022

La CONF.A.I.L. è un Sindacato Indipendente che ripudia tutte le guerre.




In un primo momento, per evitare polemiche, ho pensato di non rispondere a tutti quelli che, a loro modo, trovandosi in disaccordo mi hanno mi hanno redarguito con vari criteri per il mio articolo del 16/03/2022:

https://www.confail.net/notizia.asp?idComunicazione=64

In democrazia, è giusto dare voce a tutti e, mi dispiace, che chi in dissenso, non abbia potuto pubblicare direttamente le proprie osservazioni sul sito, in quanto, questo non è un blog e, le pubblicazioni, sono permesse ai soli Componenti di Segreteria del nostro Sindacato.
Ho cercato di scrivere il precedente articolo, omettendo volutamente paroloni intellettualoidi come: “rossobrunismo”, “hybris” oppure “ jus ad bellum”,
per renderlo fruibile a tutti. Probabilmente, però, per alcune persone, non sono stato sufficientemente intellettuale.
Dovete sapere, infatti, che i più critici sono stati proprio i lettori più autorevoli. Ciò mi dispiace e in qualche caso, mi sconcerta tanto più quanto più alto è il livello di autorevolezza.
In buona sostanza, se mi avesse telefonato la sig.ra Maria che ha 90 anni, che vive in un paesino sperduto di poche anime, che non ha potuto conseguire neanche la licenza elementare, a cui io voglio bene, dicendomi che Putin mangia i bambini, probabilmente mi sarei anche scusato.
Ma, ma, ma qui, non è così.  Il mio precedente articolo, non giustifica o assolve nessuno, anzi, per facilitare qualche Principessa del Foro che mi ha accusato di difendere chi uccide i bambini, mi sforzo di precisare meglio il concetto, in un linguaggio giuridico a lei più consono:
1.    Putin, non può beneficiare di nessuno sconto di pena poiché le attenuanti pari alle aggravanti;
2.    La guerra è un crimine in concorso;
3.    Esiste una condotta ex ante che ha contribuito a cagionare l’evento.
Chiarito quanto sopra e considerata la gravità del crimine, dovrebbe essere un preciso dovere valutare, severamente, il succitato punto 3, secondo i principi generali  che governano il nostro ordinamento penale e che si traggono dalle disposizioni qui di seguito richiamate.
Giova in particolare, citare l’art. 41 del nostro codice penale, anche se, potrebbe condurre ed un esito argomentativo sconveniente.
Per tale norma il “fatto-reato” deve essere valutato alla stregua del “nesso di casualità”, che deve essere parte integrante del giudizio senza che esso possa essere, in nessun caso, considerato un attenuante.
Ma ancora, non basta, oltre alle responsabilità delle condotte di chi materialmente ha contribuito all’evento, si devono considerare a pari titolo le responsabilità morali.
Per spiegarmi ancora meglio, a mio avviso, anche la PROPAGANDA e/o chi per essa, ha un precisa grave responsabilità.
E’ ovvio che saranno i Tribunali di Guerra dei vincitori con i loro codici a celebrare i processi. Qui si vuole solo capire quale sia la migliore coscienza per aiutare la pace.
Premesso tutto ciò ribadisco:
vorrei  che vi fosse chiaro che questa guerra è dettata da motivi geopolitici e  da appetiti economici dove la lesa libertà è solo un pretesto.
A tutti i pacifisti che sono a favore dell’invio delle armi in Ucraina, vorrei ricordare che questa non è la guerra tra Putin e Zelens'kyj, ma è la guerra, tra il popolo Russo e il popolo Ucraino e che esso, è prevalentemente unito da sentimenti di fratellanza.
L’invio delle armi, non farà altro che aumentare il livello della violenza dello scontro e il prezzo più alto sarà pagato dai civili.
Vorrei vi domandaste che fine hanno fatto i 13 miliardi di dollari che Biden ha inviato in Ucraina. (A parte, ovviamente, i 28 milioni di dollari ritrovati nella valigia di Anastasia Kotvitska moglie dell’ex parlamentare Igor Kotvitsky, espatrianda bloccata in mezzo ai profughi al confine con l’Ungheria).
Vorrei sapere, se vi dessi 13 miliardi di dollari sareste forse incentivati alla pace?
Oggi siamo in gara per accogliere i profughi Ucraini e siamo profondamente indignati per la strage dei bambini Ucraini. Ma perché non ci siamo offesi negli otto anni in cui gli Ucraini uccidevano i bambini del Donbass?
Perché non ci siamo indignati quando nel 2022 i bambini siriani, anch’essi profughi, sono stati fatti morire di stenti al gelo al confine con la Polonia?
Un bambino è un bambino qualunque sia la sua nazione o la sua etnia. La morte di un solo e bambino ci dovrebbe sempre indignare, sia esso Ucraino, Siriano o Filorusso ma qui, la propaganda, ha fatto la differenza, perché li uccide Putin.
Credere che siamo diventati sensibili in una mezza giornata è veramente dura.
E’ più facile credere che abbiamo degli interessi da difendere, la negazione di questo, è tanto più grave, quanto più alto è il livello di preparazione e di cultura di chi sostiene il contrario.
Onestamente, credo che Zelens'kyj non abbia nessun titolo a rappresentare il popolo Ucraino, in quanto, figlio di un governo illegittimo, insediato da un colpo di stato.
Diffidate da chi elargisce medaglie d’oro all’autoproclamato battaglione nazista AZOV chiamando eroi gli autori del genocidio nel Donbass.
Zelens'kyj, cintura nera di vittimismo, da consumato attore, in una diretta televisiva diffusa in tutto il mondo ha dichiarato che a noi occidentali manca il coraggio.
Definizione di mancanza di coraggio ripresa da wikipedia:
La codardia, anche conosciuta come pavidità, vigliaccheria, viltà e pusillanimità, è una caratteristica propria di chi, per troppa paura e mancanza di coraggio, si sottrae al pericolo venendo meno alle sue responsabilità.
Caro Zelens'kyj, se ho capito bene, ci chiami alla guerra chiamandoci vigliacchi?
Bene, ci spieghi lui, allora, con quale coraggio si stipano i bambini in un asilo in zona di guerra, dopo che i Russi hanno concesso una tregua umanitaria.
Questa guerra è una guerra sporca tra potenti e burattini e chiunque tenti di giustificarla da una parte o dall’altra lo è altrettanto, proprio come i guerrafondai coinvolti.
L’unica mia aspirazione, insomma, non è giustificare uno o  l’altro ma riuscire a contribuire alla creazione di una coscienza collettiva, sana e indipendente, come quella del il nostro Sindacato, di cui, questo articolo, ne è testimonianza.

Maurizio DI BLAS  







Notizia 30/3/2022

La CONF.A.I.L. - FAISA comunicato sciopero del 28 aprile.


La O.S., comunica la propria adesione allla seconda azione di sciopero di 4 ore indetto dalla CONF.A.I.L. - FAISA Nazionale, del giorno 28 aprile 2022, nel rispetto delle fasce orarie di garanzia con le segueni modalità:

in Azienda ANM spa:
- Dalle ore 11.00 alle ore 15.00 personale turnista e di esercizio, personale infopoint, verificatori titoli di viaggio, manutenzioni, ascensoristi, contact center, sosta a raso e in struttura e personale front line;
- Impianti fissi e amministrativi 4 ore fine servizio.

In EAV srl DTF/DTA:
- Dalle 18.00 alle ore 22.00 personale turnista e di esercizio, personale verificatori e titoli di viaggio, contact center, manutenzioni e personale front line;
-Impianti fissi e amministrativi 4 ore a fine servizio.

In AIR Campania, CPL, CTP spa, Trotta Bus Benevento, Bus Italia Salerno, ATC Capri:
- Dalle 18.00 alle ore 22.00 personale turnista e di esercizio, personale verificatori e titoli di viaggio, contact center, manutenzioni e personale front line;
-Impianti fissi e amministrativi 4 ore a fine servizio.

Il Segretario Regionale
Domenico DE SENA






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